La battaglia dei social va avanti. Dopo aver annunciato che saranno consentiti post e messaggi d’odio contro i russi per la guerra in Ucraina, Instagram e Facebook vengono bloccati in Russia. Lo ha annunciato la Roskomnadzor, l’Authority russa per le comunicazioni e i media: lo stop ai social di Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg, è iniziata da ieri, lunedì 14 marzo. Risparmiato invece WhatsApp, che non subirà l’oscuramento da parte del Cremlino.
Facebook e Instagram: sì ai messaggi d’odio contro la Russia
Tutto è iniziato venerdì 11 marzo, quando l’agenzia stampa Reuters ha rivelato che Meta ha temporaneamente modificato le regole dei social sull’incitamento all’odio, permettendo a chiunque di pubblicare messaggi e post violenti contro la Russia nel contesto dell’invasione in Ucraina. “Come risultato dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole come discorsi violenti, tipo ‘morte agli invasori russi‘”. Così si legge nella nota di un portavoce di Meta, riportata dall’agenzia Reuters. In seguito alla decisione di Meta, subito l’ambasciata russa negli Stati Uniti ha chiesto alle autorità di “fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia. Gli utenti di Facebook e Instagram – si legge nel comunicato dell’ambasciata russa condiviso anche su Twitter – non hanno dato ai proprietari di queste piattaforme il diritto di determinare i criteri della verità e di mettere le nazioni l’una contro l’altra”.
La prima reazione di Mosca: aperto un procedimento penale contro Meta
Dopo la decisione di Meta, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha così commentato: “Speriamo non sia vero, perché se lo è, dovranno essere prese misure più decisive per porre fine alle attività di queste società”. E in effetti le misure più decisive da parte di Mosca sono arrivate. Ieri l’ufficio del procuratore generale russo ha chiesto che Meta e tutte le realtà che rappresenta (Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger, etc.) vengano riconosciute come “organizzazione estremista“. “Quello che Meta sta facendo è chiamato ‘incitamento all’odio razziale‘ che nella legislazione russa si qualifica come estremismo”, ha dichiarato il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. E così, sempre ieri, il Comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale contro Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg, “in relazione alle richieste illegali di omicidio e violenze contro cittadini della Federazione russa.
Facebook e Instagram oscurati in Russia
Dopo l’apertura del procedimento penale contro Meta, l’Authority russa per le comunicazioni e i media, la Roskomnadzor, ha deciso di oscurare Facebook e Instagram a partire dalla mezzanotte di lunedì 14 marzo. “Poiché gli utenti attivi di Instagram avranno bisogno di tempo per copiare le proprie foto e video su altri social network, per avvisare i propri contatti e iscritti, Roskomnadzor ha deciso di completare la procedura di blocco dell’accesso a Instagram alle 00 del 14 marzo, concedendo 48 ore di un periodo di transizione”, ha scritto l’Authority russa sul suo canale Telegram. L’accesso a Facebook in Russia era già stato ristretto in seguito alla decisione di vietare in Europa i media russi come RT, precedentemente chiamato Russia Today, e Sputnik. Lo scorso sabato 5 marzo infatti, la Russia ha deciso di bloccare Facebook e Twitter nel Paese. Una decisione sempre presa dall’Authority Roskomnadzor che ha motivato lo stop accusando i social statunitensi di “discriminare” i media russi. Dunque, da lunedì 14 marzo tutti i social di Meta, escluso WhatsApp, saranno bloccati in Russia. L’oscuramento di Facebook non è considerato un gravissimo problema in Russia, dati i suoi 7,5 milioni di iscritti secondo la società eMarketer. Ben più problematico sarà lo stop all’accesso di Instagram, un social popolarissimo in Russia, dove si contano 51 milioni di utenti. Considerando che in Russia ci sono 144 milioni di abitanti, lo stop a Instagram riguarderà un russo su tre.
Fonte: lanazione.it