CURLING: DA DOVE VIENE LA PIETRA?

Il Curling è tornato sotto i riflettori in Italia grazie al duo azzurro Mosaner – Constantini campioni olimpici a Pechino Beijing 2022.

Ma di cosa è fatta e da dove proviene la stone che viene lanciata?
Cerchiamo di dare una risposta grazie al sito Geopop

Spesso quando si sente parlare di curling sfugge un sorriso: per chi non segue questo sport sembra solo uno strano passatempo nel quale una pietra viene fatta scivolare sul ghiaccio grazie a delle speciali scope. In realtà dietro questo semplice “sasso” che viene lanciato si nasconde una storia interessante. Lo sapevate, ad esempio, che le stone utilizzate alle Olimpiadi invernali (anche quelle di Pechino) sono di un particolare granito che proviene da un’unica isola al largo della Scozia?

L’origine della stone del curling

L’origine del curling è da ricercare in Scozia, quando secoli fa si giocava a questo sport su laghi e stagni ghiacciati in tutto il Paese. Nonostante all’epoca le stone potessero avere le forme più disparate, al giorno d’oggi le sue dimensioni olimpiche sono standard: 278 mm di diametro, 136 mm di altezza e un peso di 20 kg. Questo, ovviamente, riguarda solo le Olimpiadi: in altre tipologie di gara questi parametri possono essere leggermente diversi.
Oltre che al “come” devono essere fatte, però, il regolamento olimpico dice anche “da cosa” devono essere fatte. Si tratta infatti di granito, ma non uno qualsiasi! L’unica pietra ammessa è quella proveniente dall’isola di Ailsa Craig, al largo delle coste scozzesi di Ayrshire, a metà strada tra Belfast e Glasgow.

Ma perché tra tutti i posti nel mondo dove viene cavato granito si è scelta proprio quest’isola?
Come vedremo a breve, le rocce qui estratte hanno delle proprietà particolarmente adatte per questo sport. Prendendo in prestito le parole di Erika Brown, l’ex skip della nazionale statunitense:

Ogni singola stone Olimpica di curling proviene da questa piccola isola al largo della costa della Scozia, chiamata Ailsa Craig. E nessun’altra stone si muove come quelle di Ailsa Craig.

La produzione della stone del curling

Ormai da quasi un secolo le cave di quest’isola sono gestite dalla Kays of Scotland, un’azienda fondata nel 1851 che, ad oggi, conta circa 16 persone. Questo produttore si occupa degli stone del curling dal 1924 e, in particolare, della produzione di due varietà di granito: il Common Green e il Blue Hone.
Le lastre di granito che formano la stone vengono assemblate a mo’ di sandwich: una fetta di granito verde tra due fette di granito blu. Perché non si usa un tipo di granito solo? Semplice: quello che sta al centro (il granito Common Green) è in grado di resistere bene agli urti; la pietra usata ai bordi (il granito Blue Hone) è invece a grana molto fine, trattenendo quindi poca umidità e riuscendo a resistere al congelamento e allo scongelamento.

Il prezzo di ogni stone è pari circa a 528 euro e la fabbrica che abbiamo citato in precedenza ne produce tra le otto e le nove al giorno. Per quanto riguarda la vita media, invece, ogni stone è in grado di resistere per circa cinquant’anni prima di dover essere sostituita.

Fonte: geopop.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *