È maggio. Accendiamo il tagliaerba per rendere ordinato il nostro giardino e preparare uno splendido tappeto verde, pulito e lindo. Ma cosa succede in realtà quando lo facciamo? Siamo sicuri che questo “prato inglese” sia quello di cui la Natura abbia bisogno?
Secondo alcuni studi, l’erba non tagliata mantiene il terreno a 19,5°C, l’erba tagliata di 10 cm mantiene la temperatura del suolo a 24,5°C mentre il terreno senza erba, sale a oltre 40°C e alla luce dell’immenso problema dei cambiamenti climatici, questi dati sulla mitigazione del clima, non possono passare inosservati.
La cosa importante è alternare zone con erba relativamente corta ad aree riservate all’erba più lunga dove abbonda la diversità floreale. Questo permette a fiori e piante diverse di ospitare animali diversi e di creare una mini-giungla per ospitare tante piccole creature e dove passeri e cardellini possono venire a nutrirsi dei semi. Le erbe perderanno i semi, i fiori di campo sbocceranno e forniranno nettare, mentre gli steli più lunghi creeranno un microclima riparato. Evitiamo anche di usare i decespugliatori, poiché possono ferire ricci, rane e altri animali. Per avere un impatto positivo maggiore sulla fauna selvatica, bisognerebbe non falciare il prato fino all’inizio di luglio e poi falciare normalmente una volta al mese fino a quando l’erba non smette di crescere nel tardo autunno. Tagliare l’erba lasciando circa 5 cm solo una volta al mese, infatti, incoraggia il numero massimo di fiori a crescere nel prato.
Impariamo dunque a convivere con quei piccoli animaletti che vengono puntualmente schiacciati, uccisi e allontanati. Impariamo a conoscerli e rispettarli nella loro unicità e invece di tagliare prati, piantiamo fiori. Invece di scacciare insetti, costruiamo hotel per loro.
Fonte: lastampa.it