Grazie ad un interessante articolo pubblicato da Geopop, rivediamo la la ricostruzione dell’impatto e il recupero del relitto.
Esattamente 10 anni fa, il 13 gennaio 2012 alle ore 21.45, la nave da crociera Costa Concordia fu protagonista di uno dei più gravi incidenti marittimi della storia: fu l’imbarcazione dal tonnellaggio più grande mai naufragata. Il disastro si compì di fronte all’Isola del Giglio (in provincia di Grosseto) quando il capitano Schettino decise di effettuare una manovra di “inchino”. Una serie di errori causò l’urto della nave contro il gruppo di scogli de le Scole, creando un grande squarcio nello scafo che a sua volta comportò il naufragio della Concordia. Complessivamente si contarono 32 vittime e 157 feriti.
Ma cosa ha causato l’impatto e il naufragio della Concordia? E come è stata rimossa dall’Isola del Giglio?
Gli errori nella manovra di inchino
La Costa Concordia salpò dal porto di Civitavecchia il 13 gennaio 2012 alle 19:18 e raggiunse l’Isola del Giglio attorno alle 20:45. Una volta arrivata nei pressi dell’isola il capitano decise di fare l’inchino, cioè una pericolosa manovra di avvicinamento alla costa eseguita per “salutare” gli abitanti del luogo. Per portarla a termine non solo si decise di abbandonare il percorso prestabilito in favore di uno nuovo, ma anche di avvicinarsi ulteriormente alla costa utilizzando il pilota manuale.
Durante la manovra vennero commessi diversi errori: si utilizzarono come riferimento carte nautiche a scala troppo piccola, ci si avvicinò al triplo della velocità normalmente adottata per navigare vicino alle coste (16 nodi contro i canonici 5). Secondo la sentenza del tribunale di Grosseto durante le fasi di avvicinamento all’isola del Giglio il radar non fu tenuto d’occhio con la dovuta attenzione. Infine, anche la carta nautica utilizzata sulla nave (scala 1:100000) è stata ritenuta poco adatta al tracciamento di una nuova rotta; la carta nautica sufficientemente dettagliata sarebbe stata la n.6 (scala 1:20000).
Quando ormai era a ridosso della costa, il capitano si rese conto del pericolo imminente. Una serie di manovre non riuscì a salvare la nave che impattò contro gli scogli de le Scole, in prossimità di Giglio Porto.
Il naufragio della Costa Concordia
L’impatto creò una lacerazione nello scafo, attraverso la quale iniziarono ad entrare enormi quantità di acqua. Si allagarono i compartimenti stagni 4, 5, 6, 7, 8, causando l’avaria dei motori elettrici, dei motori diesel e il blackout del sistema elettrico. Senza più i motori, la Costa Concordia proseguì la sua corsa per inerzia, oltrepassando Giglio Porto e iniziando a ruotare anche a causa del vento e delle correnti. Si avvicinò sempre più alla costa, arenandosi alle 22.40 in corrispondenza di Punta Gabbianara, dove il fondale era profondo circa 20 metri.
La rimozione della Costa Concordia
Dopo il naufragio si intuì subito che era necessario rimuovere la nave dalle coste del Giglio il prima possibile. Potrebbe sembrare un’operazione piuttosto semplice, ma si trattò di un intervento grandioso, il più grande progetto di recupero di un relitto nella storia.
Il problema principale era quello di riuscire a ruotare un’imbarcazione di 110 mila tonnellate. Pensate che prima di riuscire a spostarla da lì furono necessari quasi due anni e mezzo di lavori, più di 500 persone full time e i migliori ingegneri e tecnici da ogni parte del mondo. Ma quanto è costata l’operazione? La cifra è pari circa a un miliardo e mezzo di euro, il tutto a carico di Costa Crociere.
Dopo aver rimosso il carburante, è stato necessario effettuare due operazioni per permettere alla nave di essere spostata dall’Isola del Giglio: parbuckling e rigalleggiamento.
Parbuckling
Il parbuckling è l’operazione che ha permesso di ruotare il relitto tramite martinetti idraulici, cioè sistemi che in grado di “tirare” la nave. Un primo sistema partiva da terra e, passando sotto alla Concordia, era agganciato al lato sinistro dell’imbarcazione. Un secondo sistema era invece installato su piattaforme in acqua. Quest’operazione prese il via il 16 settembre 2013 e ci vollero ben 19 ore per portare la nave nella posizione verticale.
Rigalleggiamento
Per permettere alla Concordia di galleggiare nuovamente fu necessario installare 30 cassoni, 15 per lato. Inizialmente questi erano pieni d’acqua ma poi, venendo svuotati, hanno fornito la spinta necessaria per permettere alla nave di galleggiare. Terminata la rimozione, è stata avviata l’attività di pulizia dei fondali e il ripristino della flora marina.
Fonte: https://www.geopop.it/video/costa-concordia-naufragio/